Sono cica 90mila gli esercizi commerciali che rischiano la chiusura a causa del caro energia.
Il caro bollette mette a rischio il 10% delle imprese, ovvero circa 90mila. Questo significa la perdita di 350mila posti di lavoro. I dati emergono da un’analisi di Confesercenti. Gli aumenti delle bollette di luce e gas metteranno nei prossimi mesi a dura prova attività commerciali. Si stima circa un raddoppio della spesa: se negli anni scorsi un bar spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, ora spenderà 14.740 euro.
Un aumento del 120% e stesso discorso vale per alberghi (+140%) e ristoranti (+120%). Ma non solo, anche trasporti e industrie di acciaio, carta e ceramica pagheranno le conseguenze del caro bollette che rischiano di essere anche la chiusura dell’attività. Anche i distributori di metano rischiano di sparire. In grave crisi anche i trasporti e la logistica a causa dei prezzi di carburante e gas.
I settori più a rischio per il caro bollette
Situazione “gravissima” per il settore della ceramica come denuncia il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani, che esporta l’85% di quanto produce e ha bisogno di essere competitivo sui mercati internazionali. Anche le industrie dell’acciaio in affanno così come quelle della carta estremamente dipendente dal gas. Così rischiano uno stop tante attività che operano in questi settori danneggiati duramente dalla guerra in Ucraina.
Il caro bollette, spiega la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese, «un virus che distrugge bilanci e redditività. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre ed ottobre. In autunno si rischia il collasso. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget famigliari con un conseguente crollo dei consumi». Per le imprese, «è chiaramente impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari».